Ermenegildo Pistelli e Carlo Collodi

“Questo finale a me non convince, perché l’hai finito così?”;
a questa domanda Collodi avrebbe risposto:
“Io ho finito così? Non me lo ricordo mica, mi sembra di no.”
E il Pistelli:
“Come no, tieni il libro è questo”.
“Io non mi ricordavo mica di averlo finito così”.[1]
Il manoscritto degli ultimi capitoli, l’unica parte dell’opera scritta dalla mano di Collodi che ci sia arrivata e da cui probabilmente fu ricopiata la copia inviata a Roma per essere pubblicata sul Giornale per i bambini, elimina definitivamente tali dubbi.
ERMENEGILDO PISTELLI scrive di Collodi nel necrologio del Rigutini edito sulla RASSEGNA NAZIONALE del 1 giugno 1903 [Riferendosi a Carlo Lorenzini]:
“aborrì ugualmente le affettazioni classicheggianti e le sciatterie pseudomanzoniane”
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